
Il CONAPO ha inviato osservazioni alla bozza di revisione del D.Lgs 217/05 che prevede, tra le altre cose, che il personale operativo dichiarato inidoneo parziale possa restare nei ruoli operativi solo per un massimo di 12 mesi, dopodiché deve transitare nei ruoli tecnico-professionali.
Principali criticità rilevate
1. Perdita di benefici pensionistici ed economici
• Transitando nei ruoli tecnici, il personale perde l’incremento del montante contributivo previsto per chi svolge attività operativa.
• Cambia anche l’età pensionabile (da 60 a 65 anni).
• La bozza non prevede alcuna clausola di salvaguardia per chi è prossimo alla pensione.
2. Disparità con la Polizia di Stato
• Nella Polizia, il personale parzialmente inidoneo può restare senza limiti temporali nei ruoli operativi, con mansioni compatibili.
3. Problemi organizzativi
• Il limite dei 12 mesi non risolve il problema: sposta solo il personale dai ruoli operativi a quelli tecnici, senza valorizzarne davvero esperienza e competenze.
Proposte del CONAPO
Istituzione di un «Ruolo Tecnico-Operativo di Supporto (RTOS)», che:
• Permetta la permanenza illimitata del personale inidoneo parziale.
• Mantenga i benefici pensionistici e previdenziali del personale operativo.
• Offra la possibilità di scegliere se andare in pensione a 60 o 65 anni.
• Preveda incarichi coerenti con l’esperienza operativa: sale operative, formazione, prevenzione incendi, logistica, investigazioni, ecc.
• Abbia una dotazione organica dedicata, che consenta nuove assunzioni nei ruoli operativi.
Flessibilità nei tempi
• Possibilità di prorogare oltre i 12 mesi (fino a 36 mesi), quando la Commissione Medica Ospedaliera (CMO) prevede un possibile recupero.
Salvaguardia retroattiva
• Consentire il rientro nel nuovo RTOS a chi in passato è già transitato nei ruoli tecnici, recuperando anche i benefici previdenziali.
In conclusione il CONAPO chiede che vengano tutelate dignità, diritti acquisiti e professionalità del personale operativo, come avviene nella Polizia di Stato.
Sostiene che il limite secco di 12 mesi e la perdita dei benefici pensionistici penalizzano chi ha lavorato per decenni in prima linea, compromettendo anche l’efficacia del soccorso pubblico.